Prefazione

Walter Ricciardi

Professore Ordinario di Igiene generale e applicata presso la facoltà di Medicina
e Chirurgia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Presidente della World Federation of Public Health Associations.

A livello di popolazione, la percezione del rischio di ostruzione delle vie aeree dovuta a corpo estraneo è estremamente bassa e limitata ai tragici fatti di cronaca che ancora oggi siamo purtroppo costretti a leggere e che ci raccontano soprattutto di bambini, ma anche di adulti ed anziani, a cui è stata strappata la vita per un boccone andato di traverso e per l’incapacità di chi stava loro vicino in quel momento di sapere cosa fare e di intervenire con poche e semplici manovre salvavita. 

In realtà, i dati epidemiologici a nostra disposizione dimostrano che il soffocamento da cibo è un fenomeno molto preoccupante e rilevante, sia a livello nazionale che internazionale, e che ci sono alcune categorie più a rischio, per cause diverse, come i bambini e gli anziani. Esso rappresenta infatti la quarta causa di morte involontaria, la principale causa di morte infantile e la quarta causa di morte tra i bambini in età prescolare e presenta una distribuzione bimodale, in quanto aumenta dopo i 60 anni. La differenza è che, mentre nei bambini le cause più frequenti sono rappresentate da giocattoli e alimenti, negli anziani si tratta di alimenti nella quasi totalità dei casi. Negli anziani, inoltre, presenta una forte associazione con la demenza (compresa la malattia di Alzheimer) e la malattia di Parkinson. Tale associazione è dovuta prevalentemente alla presenza di una condizione clinica, la disfagia (difficoltà nella deglutizione), che determina l’aumento del rischio di soffocamento che, nel caso di queste malattie croniche, appare purtroppo ad esito fatale.

Negli anziani, ancor più che nei bambini, la rilevanza e gravità delle ostruzioni del- le vie aeree sono decisamente sottostimate, considerato che solo il 6,5% di tutte le morti da soffocamento sono classificate come correlate al cibo e 9 episodi di soffocamento su 10 vengono classificati come ostruzione del tratto respiratorio da oggetto non specificato.

Obiettivo di questo manuale è raccogliere, in un unico testo, le indicazioni per la prevenzione primaria e secondaria del soffocamento da cibo in queste due età della vita ad alto rischio, partendo dall’evidenza scientifica disponibile, per costruire consapevolezza e fornire strategie semplici, economiche ed efficaci per la gestione dell’assistenza e della cura da zero a cento anni ed oltre, garantendo un supporto pratico non solo per il personale specializzato ma anche alle famiglie che spesso si trovano ad occuparsi di bambini e di anziani nello stesso contesto di vita. In tale ambito assume un particolare rilievo – dato il continuo e progressivo invecchiamento della popolazione italiana, che ha definito una nuova realtà demografica alla quale, attualmente, i servizi sociali e sanitari sono impreparati a rispondere – l’importanza e la necessità di investire per migliorare la salute degli anziani, attraverso la prevenzione e la promozione della salute, così come sancito dagli orientamenti programmatici del Ministero della Salute e delle Regioni.

Il manuale continua il lavoro ormai ventennale che il Dott. Marco Squicciarini sta portando avanti su questo importantissimo tema e dalla collaborazione di diversi professionisti del settore: rappresenta un progetto formativo ed informativo innovativo, di elevato valore sociale, di carattere applicativo e con un obietti- vo chiaro: riempire il vuoto esistente in quest’area della sicurezza alimentare e contrastare ogni azione che possa provocare incidenti dovuti alla mancata conoscenza o all’assenza di informazione e formazione sull’argomento, con un approccio che guarda all’intera catena del soccorso, dalla prevenzione alle manovre di disostruzione, rianimazione cardiopolmonare ed utilizzo del defibrillatore dai primi giorni di vita alla persona anziana, con approfondimenti specifici sui casi particolari come la gravidanza e gli spazi ridotti. 

Ancora oggi, infatti, gli stessi operatori e professionisti che si trovano ad operare con bambini ed anziani hanno una conoscenza parziale dell’argomento e, soprattutto, non sanno riconoscere ed intervenire in caso di ostruzione. Mancano, inoltre, ad oggi interventi di programmazione sanitaria che prevedano l’approfondimento delle tematiche della prevenzione primaria del soffocamento da cibo (taglio, manipolazione e somministrazione degli alimenti) e l’acquisizione delle competenze necessarie alla prevenzione secondaria (manovre di disostruzione e rianimazione cardiopolmonare con l’uso del defibrillatore) nei corsi di formazione universitari ed extrauniversitari, nei corsi di aggiornamento, nel curriculum formativo di base di chi opera a diverso titolo (insegnanti, educatori, personale di assistenza, caregiver professionali e familiari) con queste delicate età della vita. È dunque importantissimo che il percorso avviato con le “Linee di indirizzo per la prevenzione del soffocamento da cibo in età pediatrica”, pubblicate nel 2017 dal Ministero della Salute, vada avanti, come raccomandato nel documento stesso, nella costruzione di un approccio più ampio alla prevenzione del fenomeno, che preveda interventi coordinati di programmazione sanitaria, l’adozione di provvedimenti normativi specifici e l’attività di ricerca, considerato che al momento, in Italia, mancano completamente politiche strutturate volte alla gestione complessiva del fenomeno.

Lavorare in questa direzione rappresenta un segno di civiltà e di investimento sul valore della vita: nei Paesi dove si è deciso di promuovere e investire su queste politiche di prevenzione, primi tra tutti Stati Uniti e Svezia, i dati epidemiologici dimostrano che gli incidenti si riducono notevolmente e che la cultura della prevenzione funziona. E parlare di epidemiologia, prevenzione delle malattie e promozione della salute significa offrire ai decisori politici indicazioni utili per le azioni da programmare nell’ambito della sanità pubblica.

Considerato che l’evidenza scientifica ci ha insegnato che la salute delle persone dipende solo in parte dalle scelte individuali e che un ruolo estremamente determinante è svolto dal contesto sociale, economico e politico che le circonda e che si riesce a costruire anche grazie a politiche di salute adeguatamente orientate, è del tutto necessario lavorare per costruire una “rete di protezione”, fatta di consapevolezza e responsabile attenzione, affinché le informazioni corrette e la consapevolezza diventino parte di una coscienza collettiva che permetta di sapere, saper fare e, soprattutto, sapere cosa fare.